Brano: [...]tatista lucano concezioni astratte e imbevute di « illuminismo predicatorio ».
Tra l’impostazione industrialista di Nitti e il radicalsocialismo di Meuccio Ruini (v.) e Massimo Natale Fovel (che, nell’ambito di un’accentuazione dei temi sociali, caldeggiavano l’intervento regolatore e propulsore dello Stato nelle questioni economiche), si può dire che la corrente radicoliberista, la quale disponeva di autorevoli rappresentanti come Antonio De Viti De Marco e Giretti (nel 1904 furono tra i fondatori della Lega antiprotezionista), restasse tutto sommato ai margini del partito.
La polemica di De Viti De Marco, che trovò rispondenza in quella roventissima di Gaetano Salvemini (v.), s’incentrava sulla mancata mobilitazione del Gruppo radicale a favore del l’instaurazione del sistema liberoscambista. In sostanza egli rimproverava ai suoi compagni di aver accantonato tale problema (la cui soluzione avrebbe invece rappresentato, a suo avviso, un passo decisivo per il risanamento dell’economia meridionale) per lasciare spazio ad altre questioni, da lui ritenute di molto minor peso, come quella della separazione tra Stato e Chiesa; inoltre, deplorava che alcuni provvedimenti a contenuto sociale concessi [...]
[...]giolittiani, presenti nei radicali di sinistra a seguito dello scandalo provocato dal Patto Gentiioni (accordo elettorale tra cattolici e liberali), esplosero coinvolgendo il Gruppo parlamentare vicino alle posizioni ministeriali e costringendolo al passaggio all’opposizione. Ma, a ben vedere, quali affinità potevano esistere (eccetto quella rappresentata dalla comune richiesta di por fine alla collaborazione con Giolitti) tra il liberismo di De Viti De Marco, il programma religioso di Romolo Murri, le simpatie per il socialismo di Fovel, l’imperialismo democratico del Di Cesarò? L’eterogeneità delle posizioni, ancor più drammaticamente evidente nella crisi dell’intervento, fu gravida di conseguenze per il Partito radicale che ne uscì estremamente indebolito.
I radicali parteciparono ai governi di coalizione di Paolo Boselli e di Vittorio Emanuele Orlando non rinunciando alle loro tradizionali istanze di giustizia economica e sociale (progetti riguardanti le assicurazioni operaie, le cooperative, l’azionariato operaio, il Consiglio Nazionale de[...]